giovedì 3 gennaio 2013

L'Ordine del Tempio e San Bevignate

L'Ordine del Tempio e San Bevignate
Tracce templari nell'appennino umbro-marchigiano
di Pietro Diletti e Nunzio Sardegna
pp. 288, € 25,00
Guerra Edizioni, 2012
ISBN: 978-88-557-0474-8
Un "santo non santo". Una chiesa che solo di recente ha ripreso vita e lustro pur essendo da tempo immemorabile sicuro punto di riferimento per una città e per i suoi abitanti. Una devozione imperitura. Una passione che fa ancora discutere. Una leggenda di cui si sono perse le tracce. Una storia affascinante avvolta in gran parte nel mistero.
Tutto ciò rappresenta per i perugini la chiesa dedicata a San Bevignate - un eremita diventato a "furor" di popolo oggetto di culto - realizzata in più fasi dal 1256 al 1262 ad opera dei Cavalieri Templari nella stessa area della chiesa di San Girolamo che era ubicata nel sobborgo di Porta Sole, un terreno appartenente all'Ordine.
Altre notizie sicure, oltre queste, non ce ne sono. Ed è per tale motivo - per fare più luce su una vicenda che non ha mai smesso di intrigare - che Don Pietro Diletti, docente di storia e filosofia attualmente parroco di Castel Gandolfo, su invito dell'Arcivescovo di Perugia e Città della Pieve Monsignor Giuseppe Chiaretti, ha messo mano insieme a Nunzio Sardegna uno studioso appassionato del tema, ad un'ampia ricerca sui "Cavalieri del Tempio" e sulle testimonianze della loro presenza in Umbria e dintorni, con particolare riferimento proprio alla problematica figura di San Bevignate, che non è mai stato fatto santo dall'autorità ecclesiastica, e al grandioso tempio poco fuori città a lui "laicamente" dedicato dal Comune.
Ne è nata un'opera di grande valore "L'Ordine del Tempio e San Bevignate. Tracce templari nell'appennino umbro-marchigiano" (Guerra Edizioni), ricca di pagine indimenticabili scritte su basi rigorosamente scientifiche ma piene di pathos, che nonostante l'apparente difficoltà della materia, scorrono con facilità proprio per il genuino sapore di continua scoperta che emanano.
Il libro avvicina così il lettore, oltre a vicende per così dire strettamente locali, anche a quel vario, a volte oscuro, spesso travagliato "mondo" templare che sembra assai lontano da noi e che invece, il più delle volte inconsapevolmente, ci parla ancora oggi attraverso le "pietre" della nostra terra ben visibili a chi sa e vuole guardare.
Infatti, poiché l'Ordine aveva il compito di tutelare l'incolumità dei pellegrini che si recavano a Gerusalemme e di favorirne il lungo viaggio, l'Umbria era particolarmente interessante per questi monaci guerrieri che qui posero numerosi insediamenti, proprio per la sua posizione strategica, essendo attraversata dalle principali vie di comunicazione del tempo: la Cassia Francigena, la via della Spina, la Flaminia, la Valnerina.
È in questi luoghi, dunque, spesso quasi nascosti negli anfratti delle nostre campagne, che rimangono gioielli artistici ed architettonici di valore inestimabile, segni multiformi che ci parlano tuttora dei "soldati di Cristo". Un ricco patrimonio culturale che il volume di Diletti e Sardegna riscopre anche attraverso delle belle immagini. Un viaggio straordinario alla ricerca di un tempo perduto, ma sempre vivo e degno di essere vissuto e tramandato. Perché solo se si preservano le radici, l'albero della conoscenza sarà in grado di germogliare nuove foglie.

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