venerdì 30 dicembre 2016

Caccia di Diana

Caccia di Diana
di Giovanni Boccaccio
a cura di Irene Iocca
pp. LXXVIII-214, € 26,00
Salerno Editrice, 2016
ISBN: 978-88-6973-150-1

La Caccia di Diana - prima opera di Giovanni Boccaccio – è un poemetto in terzine d’argomento amoroso in cui si racconta una battuta di caccia nella quale le dame, appartenenti alle maggiori famiglie della corte napoletana di Roberto d’Angiò, vengono coinvolte da Diana; tra queste, anche la fanciulla senza nome amata dal poeta. Il poemetto si articola in 18 canti per un totale di circa mille versi e inaugura il filone delle rappresentazioni allegoriche che domineranno il Quattrocento. Del testo non esiste attualmente un’edizione in commercio: l’ultima è quella di Vittore Branca del 1967. La nuova edizione – fondata sul riesame dell’intera tradizione manoscritta – offre un testo rinnovato in diversi punti. Il commento che l’accompagna mira a valorizzare da un lato la lingua del poemetto e dall’altro i suoi rapporti con la tradizione precedente, a partire da Dante. Più in generale, l’illustrazione complessiva punterà a far emergere la componente popolare e giullaresca del testo rimasta finora più in ombra rispetto alla dimensione galante.
Irene Iocca è dottore di ricerca in filologia antica e moderna e dal 2014 membro della Società dei Filologi della Letteratura Italiana.

mercoledì 28 dicembre 2016

Le stanze dell'armonia

Le stanze dell'armonia
Nei musei dove l'Europa era già unita
di Philippe Daverio
pp. 464, € 35,00
Rizzoli, 2016
ISBN: 9788817086509
 
Questo libro è la testimonianza della passione dell’autore per quella “penisola occidentale del continente asiatico che si chiama Europa” e del legame culturale che esiste fra i popoli che la abitano. I turisti che invadono le capitali hanno come tappa obbligata la visita ai grandi musei, vere e proprie “stanze delle meraviglie” che custodiscono la memoria di un senso comune dell’armonia che ha unito gli europei nel corso dei secoli, una memoria effettivamente collettiva di un’Europa miracolosamente già unita. Philippe Daverio ripercorre la storia delle istituzioni, delle dinastie e delle evoluzioni della società civile passando in rassegna diverse tipologie di raccolte museali, da quelle “nazionali”, che rispecchiano l’identità dei singoli Stati, a quelle nate da collezioni private, di principi o di imprenditori, fino a quelle dedicate a un determinato periodo storico. Per ogni museo, sulla scorta di curiosità e gusti personali, l’autore ci accompagna poi in una visita guidata alla scoperta di opere o percorsi meno frequentati, ai margini degli itinerari più battuti, al fine di stimolare l’immaginazione e aprire nuovi orizzonti. In base al vecchio detto francese “Les voyages forment la jeunesse”, i giovani si formano viaggiando, il tour d’Europa attraverso i musei si riconferma una destinazione attraente e istruttiva per i curiosi di tutte le età.
Philippe Daverio è nato nel 1949 a Mulhouse, in Alsazia, e vive a Milano. Professore ordinario alla Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo, è direttore della rivista “Art e Dossier”. È autore e conduttore in TV di Passepartout, Emporio Daverio e Il Capitale. Per Rizzoli ha pubblicato la trilogia Il Museo immaginato (2011), Il secolo lungo della modernità (2012) e Il secolo spezzato delle Avanguardie (2014), e inoltre il volume Guardar lontano Veder vicino (2013) e il bestseller La buona strada (2015), tutti disponibili anche in e-book. Dal 2014 è direttore artistico del Museo del Duomo di Milano. 

martedì 27 dicembre 2016

Milano allo specchio

Milano allo specchio
da Costantino al Barbarossa l'autopercezione di una capitale
a cura di Ivan Foletti, Irene Quadri e Marco Rossi
pp. 176, € 32,00 (Acquista online con lo sconto del 15%)
Viella, 2016
ISBN: 9788867287093

L’autoreferenzialità quale prisma attraverso cui leggere la Milano tardoantica e medievale è il filo rosso sotteso ai sette saggi che compongono questo libro. Capitale dell’impero segnata dall’episcopato di Ambrogio, metropoli ecclesiastica di prim’ordine e potente Comune, la Milano medievale ha uno sviluppo eccezionale sulla lunga durata. Solo sporadicamente, però, tale stratificazione – storica, culturale e materiale – è stata indagata in una prospettiva di autoreferenzialità, centrale invece per la mentalità medievale e soprattutto per una città come Milano, dove la tradizione diviene garante del ruolo chiave che il capoluogo lombardo intende assumere nel corso del Medioevo.
Il patrimonio immateriale e materiale della città – significativamente rappresentato dalla basilica di Sant’Ambrogio, fulcro della cultura e della coscienza milanese – è indagato da un punto di vista pluridisciplinare. L’analisi di storici, archeologi, storici dell’arte e filologi permette d’individuare i punti nodali di questo meccanismo, fornendo una visione a tutto tondo per molti aspetti innovativa, al fine di meglio comprendere in che modo Milano si relazioni al proprio passato e come questo passato costituisca una continuità attraverso la quale plasmare un’immagine di sé, diventando un aggregatore identitario fondamentale.
Ivan Foletti insegna all’Università Masaryk di Brno. Si è perfezionato ed è stato assistente in storia dell’arte all’Università di Losanna. I suoi interessi scientifici si concentrano sulla nascita degli studi bizantini in Russia e in Occidente e sulle relazioni tra iconografia e liturgia in epoca paleocristiana.I suoi interessi scientifici si concentrano sulla nascita degli studi bizantini in Russia e in Occidente e sulle relazioni tra iconografia e liturgia in epoca paleocristiana.
Marco Rossi è professore di storia dell’arte medievale presso l'Università Cattolica di Milano.

giovedì 22 dicembre 2016

Venezia medievale

Venezia medievale
di Jean-Noel Hocquet
traduzione di Eugenia Cabai
pp. 348, € 20,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Libreria Editrice Goriziana, 2016
ISBN: 978-8861023666

Il libro offre al lettore italiano un nuovo testo tratto dalla prestigiosa collana francese Les Guides Belles Lettres des Civilisations. Guide scritte per viaggiare nel tempo e nello spazio, indirizzate a studiosi, curiosi di storia e civiltà, viaggiatori... Sono opere pratiche e ragionate di cultura generale sulle civiltà che hanno lasciato tracce affascinanti nella storia, che si propongono di offrire al lettore le chiavi per avvicinarsi a opere artistiche, letterarie o approfondimenti storici, aiutando a decifrare allusioni e a chiarire le incertezze. Venezia ha sempre ispirato i poeti, i musicisti, i romanzieri, i pittori e tutti quelli che amano il bello. Ha sempre attirato i viaggiatori venuti a sognare sulla sua pietra e sul suo marmo, è sempre stata un centro della cultura mondiale. La città è una creazione della storia, e per comprenderla e conoscerla bisogna decifrare la storia scritta sui monumenti, i palazzi, i ponti, le piazze, i canali, le facciate, le finestre, i caminetti. Lo spazio a tre dimensioni si rivela insufficiente, è necessario aggiungerci lo spessore storico, che non è altro che la dimensione temporale della durata. Questo è l'intento del libro: restituire una città che si crea pazientemente a partire dalI'VIII secolo, si consolida dopo il Mille, abbandona le sue costruzioni di legno per quelle di mattone e pietra nel XII secolo, si impone come una potenza del Mediterraneo all'inizio del XIII secolo con la conquista di un impero coloniale marittimo che allenta la pressione esercitata dalla signorie continentali, creando a loro svantaggio uno Stato di Terraferma in Italia. Le vicende di Venezia, delle famiglie aristocratiche mercantili nelle cui mani rimase il potere e la vita quotidiana del popolo vengono ripercorse e seguite fino al 1500.

martedì 20 dicembre 2016

Pàrtagas

Pàrtagas
di Gianluca d'Aquino
pp. 650, € 18,00
Eden Editori, 2016
ISBN: 9788898971336

Pàrtagas, il mondo delle Antiche Regioni, ha abbandonato il tempo della prosperità e della pace. I rapporti tra i regni sono fortemente minati da recenti mutamenti nell’assetto politico di alcuni di essi, nei quali hanno raggiunto i massimi vertici del potere personaggi immigrati dalle Terre di Nessuno, capaci di imporre i princìpi della propria religione, la fede monoteista lisimaca. Nel regno di Grossbürg, così come in quelli di Kloster e Grünheide, il culto del Cristo Bianco sta per essere messo in discussione come mai prima nella storia. Re Halldór ha eletto suo consigliere particolare il lisimaco Jihad. Il principe Kjartan, unico legittimo erede al trono, in disaccordo con le scelte del padre, diviene ramingo nelle desertiche Terre di Nessuno, finché non lo raggiungerà una notizia che imporrà al suo nobile animo di tornare in patria, per prendere in mano la guida del regno. Per farlo dovrà però prepararsi allo scontro con Jihad, autoproclamatosi reggente, deciso a far divenire Grossbürg regno lisimaco, con l’instaurazione della legge di Khāliq. Su consiglio del vecchio saggio Garhwal, il principe Kjartan si unirà a una legione di mercenari originari dalle terre del nord, fedeli agli dei della mitologia norrena, al comando del principe Valdemar di Kloster, esiliato dal proprio padre, re Gömel, su spinta del consigliere lisimaco Mandhur. I giovani principi daranno così il via, insieme, a una missione volta a liberare non solo i rispettivi regni ma l’intero Pàrtagas dalla prepotente e pericolosa minaccia lisimaca.
Gianluca D’Aquino, nato ad Alessandria, classe 1978, è autore di romanzi, sceneggiature e racconti, alcuni dei quali apparsi nei Gialli Mondadori (Lettera dall’Eritrea, Il rumore del vento, La casa sul lago, La quintessenza, Il tempo delle risposte, Al di là del tempo) e nelle antologie e collane Delos Books (Quel che non è dato sapere, Torino 1835, Extinction – L’alba, Extinction – Il crepuscolo).
I suoi racconti hanno vinto numerosi premi letterari, guadagnandosi l’apprezzamento di alcune delle più grandi firme dell’editoria.

sabato 17 dicembre 2016

Dante e i confini del diritto

Dante e i confini del diritto
di Justin Steinberg
Traduzione di Sara Menzinger
pp. 227, € 29,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2016
ISBN: 9788867286539

Scritto con chiarezza e argomentato con eleganza, questo saggio rappresenta il primo studio complessivo della struttura giuridica su cui si regge la Divina Commedia, colmando in questo modo una lacuna nella bibliografia critica del poema. Justin Steinberg mostra come Dante immagini un aldilà dominato da leggi, giurisdizioni, funzionari e giudici, servendosi però di questo sistema articolato per esplorarne soprattutto le eccezioni. L’autore della Commedia viene così inserito nel dibattito contemporaneo sui rapporti fra letteratura e diritto, sullo stato d’eccezione e sulla sovranità.
Dante sentiva che nel mondo reale il sistema giuridico era sempre più minacciato dalla doppia crisi della Chiesa e dell’Impero, dagli abusi e dagli eccessi dei papi e dall’assenza di un vero imperatore. Steinberg mostra come la costruzione dantesca di un oltremondo cerchi di colmare il vuoto che esisteva fra il valore universale del diritto romano e la mancanza di un potere sovrano in grado di applicarlo.
Justin Steinberg è professore di Letteratura italiana presso il Department of Romance Languages and Literatures della University of Chicago. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Accounting for Dante: Urban Readers and Writers in Late Medieval Italy (University of Notre Dame Press, 2007). Dirige la rivista «Dante Studies».

giovedì 15 dicembre 2016

Cani e uomini. Una relazione nella letteratura italiana del Medioevo

Cani e uomini
Una relazione nella letteratura italiana del Medioevo
di Marco Iuffrida
pp. 112, € 12,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Rubbettino Editore, 2016
ISBN: 9788849848304 

Ausilio e compagno della vita quotidiana, il cane è, nello spazio realistico e immaginario che la letteratura ha ereditato dal passato, il più fedele complice dell’esistenza terrena dell’uomo. La relazione tra l’uomo e il cane nella letteratura italiana del Medioevo è una chiave di lettura esclusiva e unica per comprendere come gli italiani abbiano concepito il mondo degli animali, e la società, ai tempi di Dante Alighieri. Nelle varie espressioni di poesia didattica, giullaresca, realistica e menzognera, ma anche nella forma di racconto di viaggiatori, da Nord a Sud della penisola scrittori e poeti si fanno interpreti del desiderio di dipingere in versi e prosa il ruolo del cane. Sullo sfondo di una quotidianità fatta di caccia, politica, guerra e amore, attraverso il binomio uomo-cane questo libro torna alle origini della lingua italiana seguendo le tracce di ciò che la unisce e la diversifica, valorizzandone l’identità e il suo affascinante patrimonio di valori.
Marco Iuffrida è dottore di ricerca in Storia Medievale e specializzato alla Scuola di Biblioteconomia della Biblioteca Apostolica Vaticana. Studia da anni l’interazione uomo-animale, partecipando al dibattito e alla ricerca internazionale. Collabora con varie riviste di carattere storico e oltre alla Bibliografia degli scritti di Ovidio Capitani (Bononia University Press, Bologna 2008) ha pubblicato contributi in: Il bene comune: forme di governo e gerarchie sociali nel basso Medioevo (CISAM, Spoleto 2012), Animals and otherness in the Middle Ages: perspectives across disciplines (Archaeopress, Oxford 2013), Une bête parmi les hommes: le chien. De la domestication à l’anthropomorphisme (Encrage, Amiens 2015), Fallen animals: an interdisciplinary perspective (c.d.s.).

mercoledì 14 dicembre 2016

Medioevo volgare germanico

Medioevo volgare germanico
di Marco Battaglia
pp. 252, € 18,00
Pisa University Press, 2016
ISBN:  9788867416813 

La nascita di uno statuto letterario germanico, durante l'Alto Medioevo, rappresentò una conquista culturale mediata dalla cristianizzazione e dalle relative necessità liturgiche, dottrinarie ed esegetiche. Poiché la conversione al Cristianesimo delle numerose etnie germaniche richiese quasi un millennio, non stupisce che il diverso grado di integrazione delle élite barbariche nell'universo dottrinario e culturale della Chiesa - erede di molti valori della cultura greco-romana - si tradusse in una altrettanto lenta percezione della dignità dei propri volgari in funzione di lingua scritta, la cui forma richiedeva l'acquisizione di una coscienza 'alfabetica' e di forme 'scrittorie' locali ancora inedite. La frammentazione culturale che ne conseguì e la prolungata assenza di un canone alfabetico univoco per le singole lingue - unitamente all'egemonia esercitata ancora per secoli dalla cultura latina - si tradusse in risultati letterari tra loro disomogenei in ciascuna area linguistica. Il monopolio degli studi e della cultura scritta, esercitato per secoli in Occidente dall'autorità ecclesiastica, ebbe conseguenze dirette sul piano del contenuto e della relativa trasmissione. All'interno dei codici manoscritti realizzati per lo più tra le mura di scriptoria monastici riuscì a filtrare soltanto una minima parte, opportunamente emendata, del patrimonio tradizionale delle culture volgari, patrimonio che continuò viceversa a essere tramandato attraverso i canali impalpabili dell'oralità. Le prime forme di una tradizione letteraria germanica restarono dunque confinate per lungo tempo ad ambiti istituzionali - giuridici, notarili e religiosi -, nei quali i volgari riuscirono inizialmente a far breccia sotto forma di strumenti interpretativi d'immediata utilità, come le glosse esplicative di concetti e di lessemi non immediatamente comprensibili. "Medioevo volgare germanico" cerca di raccogliere e introdurre i principali documenti e i relativi generi letterari delle singole tradizioni linguistiche del Medioevo germanico, a partire dalla più antica traduzione della Bibbia in gotico fino agli esempi più raffinati del patrimonio letterario poetico e prosastico.
Marco Battaglia è professore di Filologia Germanica all’Università di Pisa, dopo anni di docenza nelle Università di Venezia “Ca’ Foscari”, della Basilicata, di Bergamo e di Bologna. I suoi ambiti di ricerca comprendono la costituzione etno-linguistica dei Germani e il rapporto tra ‘barbari’ e civiltà classica; la mitologia e il diritto; l’epica e la civiltà letteraria norrena; la relazione tra i meccanismi di oralità e scrittura nella formazione della cultura dell’alto Medioevo europeo. Nel 2010 ha curato l’edizione del volume La tradizione nibelungico-volsungica (ETS, 2010) ed è autore del saggio I Germani. Genesi di una cultura europea (Carocci, 2013).

martedì 13 dicembre 2016

Damnatio memoriae

Damnatio memoriae
Marcus Ranfo, il Templare sepolto dal silenzio
di Elisabetta Rigotti
pp. 378, € 23,00
Youcanprint, 2016
 
Romanzo storico medievale (IIII Edizione) della Tergeste del 1300 relativo ad un truce fatto passato alla storia come "La congiura dei Ranfi". Il libro vuole squarciare il mistero profondo che ha avvolto per sette secoli il destino di un Feudatario Bavarese e della sua famiglia dove si intravede il complotto, il tradimento e la lunga mano della Santa Inquisizione. Ispirato ad una vicenda reale, il racconto si inserisce in quel periodo storico che vide l'Italia dilaniata fra le fazioni avverse dei Guelfi e dei Ghibellini mentre divampavano i roghi sterminatori nei confronti dei Templari, il cui Ordine venne soppresso da papa Clemente V con la Bolla "Vox Clamantis in excelso". Tremenda fu la pena e tale fu l'esecuzione che nessuna traccia s'ebbe mai di quella famiglia e dei suoi "sequaces", che vennero consegnati alla "Damnatio memoriae". Rimasta ignota agli storici, la tragedia di Marcus Reifenberg (latinizzato Ranfo) venne alla luce appena nell'anno 1830 quando il Barone Domenico de Rossetti si dedicò al riordino degli antichi Statuti.
Elisabetta Rigotti proviene da un'antica famiglia Triestina, le cui origini sono del Trentino Alto Adige. Si è diplomata  all'Accademia d'Arte Drammatica svolgendo l'attività di attrice per oltre 25 anni. In quell'ambito, ha ottenuto vari premi e riconoscimenti come commediografa e regista teatrale.
Ha prestato collaborazione a varie emittenti radiofoniche e televisive come attrice e conduttrice di programmi culturali. Ha partecipato a varie pellicole cinematografiche sia come figurante che con ruoli di rilievo. Ha collaborato con diversi periodici di informazione culturale e ho fatto parte del Club Cinematografico Triestino come videomaker. Dal 2002 ha iniziato un'attività di scrittrice e ricercatrice che svolgo tuttora.

lunedì 12 dicembre 2016

L'"ebreo" nella letteratura inglese medievale

L'"ebreo" nella letteratura medievale inglese
di Enrico Giaccherini
pp. 208, € 18,00
Pisa University Press, 2016
ISBN: 978-886741-6318

Chimere”, fantasie irrazionali disancorate dalla realtà verificabile, è il termine con il quale agli inizi degli anni ’90 lo storico canadese Gavin Langmuir definì le rappresentazioni degli ebrei cristallizzate nell’immaginario comune dell’Europa medievale e cristiana. Ecco perché anche quella elaborata in una manciata di testi della narrativa e della drammaturgia medioinglesi soprattutto fra XIV e XV secolo non è una rappresentazione letteraria degli, o di, ebrei nell’Inghilterra del tempo, ma dell’“Ebreo”: una chimera, appunto, una creatura fantastica appartenente allo spazio del  mito piuttosto che a quello del reale.
Privilegiando, pur senza rinunciare alla indispensabile contestualizzazione “culturale”, l’analisi testuale e letteraria, questa indagine si rivolge in particolare a quelle opere che, sempre nell’ottica del cristianesimo imperante, collocano l’“Ebreo”, nelle sue varie declinazioni, al centro dell’invenzione tematica, con esiti talora sorprendenti. Dopo aver passato in rassegna le sporadiche allusioni presenti nel macrotesto del maggiore autore del medioevo inglese, Geoffrey Chaucer, lo studio affronta quindi in modo specifico i rari testi esemplari di questa tradizione. Se il più celebre di questi è, dello stesso Chaucer, il Prioress’s Tale, o “Racconto della Priora”, dai Canterbury Tales, gli altri appartengono invece al genere del romance storico e a quello teatrale dei miracle plays; in quest’ultimo caso, in particolare, il testo inglese viene messo a confronto con coeve rappresentazioni italiane e francesi che inscenano il medesimo mito della profanazione giudaica dell’ostia consacrata.
Enrico Giaccherini (La Spezia, 1947) è ordinario nell’Università di Pisa. Sulla letteratura in volgare del medioevo inglese, cui ha dedicato tutti i suoi studi, ha pubblicato volumi (in questa stessa collana, Orfeo in Albione. Tradizione colta e tradizione popolare nella letteratura inglese medievale, 2002), saggi, edizioni di testi, traduzioni.

domenica 11 dicembre 2016

Inquisizione e Templari

Inquisizione e Templari
di Brunetto Carboni
pp. 72, € 10,00
Antiche Porte Editrice, 2016
 
L’Inquisizione e i Templari sono il soggetto di questo quarto volume che studia il medioevo reggiano, l’autore del saggio si spinge a indagare sull’operato del Tribunale “speciale” che fino alla fine del Settecento operò anche in questa terra (nel testo sono elencati gli abitati sottoposti al controllo dei prelati, addetti a tal compito, e il nome degli stessi). Circa i Cavalieri del Tempio, invece, si ricostruiscono le tracce e le testimonianze locali della loro antica storia, a partire dall’importante insediamento di Mucciatella.
Brunetto Carboni, nato nel 1929, ha alle spalle un’attività professionale di import-export, ma il il suo tempo libero è sempre stato assorbito dalla passione per la ricerca storica. Ne sono scaturite parecchie e apprezzate pubblicazioni, fra cui le più recenti che fanno luce sui nostri progenitori dell’età di mezzo: “Podestà, Capitani del Popolo e Signori”, “Guido Ferrari Bagnoli e i parenti poveri”, “Opus magnum, i Liberi Homines, le persistenze istituzionali longobarde”, “Inquisizione e Templari”, “Terre di Reggio... ed altro”.  

sabato 10 dicembre 2016

Battaglie normanne di terra e di mare

Battaglie normanne di terra e di mare
Italia Meridionale - Secoli XI-XII
di Giovanni Coppola
pp. 276, € 25,99 (Acquista online con il 15% di sconto)
Liguori Edtore
ISBN: 9788820763657 
 
La guerra fu per i Normanni il principale strumento di espansione e questo modificò l’assetto politico dell’intero Mediterraneo. Una duplice vocazione, di terra e di mare, per uomini che vivevano del mestiere delle armi: tattiche di guerriglia, battaglie campali, assedi, conquiste, saccheggi, distruzioni, blocchi navali. Le strategie di guerra e gli strumenti tecnico-pratici per il raggiungimento degli obiettivi di conquista sono i temi di questo libro che racconta la lunga avventura dei Normanni nelle regioni meridionali d’Italia. Un corredo di illustrazioni presenta in modo realistico i piani delle battaglie più importanti dell’XI e XII secolo: la loro disposizione iniziale, le forze in campo, gli armamenti, le strategie, le perdite. Momenti di terrore e di eroismo, con i Normanni protagonisti nel Mezzogiorno sui campi di battaglia di terra e di mare.
Giovanni Coppola (1959, Fontanarosa-AV) è ordinario di Storia dell’Architettura presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”; vasta la sua esperienza anche nel settore del restauro. Ha insegnato in Francia, Spagna, Tunisia, Algeria e Marocco, dove ha guidato missioni internazionali. È membro fondatore del “Centro Europeo di Studi Normanni” di Ariano Irpino. Autore di saggi su riviste italiane ed estere, ha collaborato con l’Enciclopedia Italiana Treccani in tutte le sezioni medievali. Fra le sue principali monografie: Trésors romans d’Italie du Sud et de Sicile (1995); Ponti medievali in legno (1996) con introduzione di G. Duby; Fortezze medievali in Siria e Libano al tempo delle Crociate (2002); L’architettura dell’Italia meridionale in Età normanna, secoli XI-XII (2005); L’edilizia nel Medioevo (2015).

venerdì 9 dicembre 2016

Firenze medievale e dintorni

Firenze medievale e dintorni
di Giuliano Pinto
pp. 228, € 25,00 (Acquista online con i 15% di sconto)
Viella, 2016
ISBN: 9788867287079 

La storia della Firenze medievale e rinascimentale è da tempo al centro dell’interesse della storiografia internazionale, non solo per l’eccezionale fioritura della letteratura e delle arti, della cultura e del pensiero, in tutte le sue declinazioni, ma anche per lo straordinario sviluppo economico, per la partecipazione politica ampia, per le sperimentazioni in campo fiscale e finanziario.
Il volume pone l’accento sulla mobilità sociale, sul radicamento della cultura mercantile e sulla proiezione esterna degli uomini d’affari, sulla forza di attrazione sulle élite dei centri minori, e ancora su aspetti delle strutture materiali e della vita privata.
Giuliano Pinto è professore emerito di Storia medievale nell’Università di Firenze. I suoi studi hanno per oggetto prevalente la società italiana del basso Medioevo, con particolare attenzione agli aspetti economici, all’evoluzione demografica, ai rapporti tra città e territorio. Tra i suoi volumi ricordiamo, per i tipi di Viella, Il lavoro, la povertà, l’assistenza. Ricerche sulla società medievale (2008).  

giovedì 8 dicembre 2016

Politica e giustizia a Bologna nel tardo medioevo

Politica e giustizia a Bologna nel tardo medioevo
di Sarah Rubin Blanshei
traduzione di Massimo Giansante
pp. 592, € 45,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2016
ISBN: 9788867286751
 
Nel nono centenario del Comune di Bologna, questo volume di Sarah Rubin Blanshei, frutto di trent’anni di ricerche in un grande archivio giudiziario medievale, mette sotto la lente in modo sistematico non solo le affermazioni teoriche della cultura giuridica, ma anche alcune migliaia di processi dei secoli XIII e XIV: verbali di istruttorie, deposizioni testimoniali, perizie, consulenze tecniche e giuridiche, che costituiscono le serie giudiziarie del podestà e del capitano del popolo.
Ma in questo libro c’è anche molto altro. La storia di un sistema di governo, il “comune di popolo”, in una delle sue più evolute realizzazioni istituzionali, viene infatti esaminata ricostruendo molte migliaia di carriere politiche dei cittadini bolognesi, attraverso un secolo decisivo per la storia cittadina.
E così anche temi di grande attualità, come la partecipazione e l’esclusione, il sistema di governo popolare e la sua deriva oligarchica, possono abbandonare il campo delle enunciazioni teoriche, per prendere corpo nei ritmi della vita assembleare e nella concretezza dei rapporti di potere.
Sarah Rubin Blanshei è decano e professore emerito di Storia all’Agnes Scott College di Atlanta (Georgia). Tra i suoi studi su Bologna ricordiamo, in italiano, La giustizia sommaria nella Bologna medievale (2005).

mercoledì 7 dicembre 2016

Atlante storico del monachesimo orientale e occidentale

Atlante storico del monachesimo orientale e occidentale
a cura di Juan María Laboa
pp. 272, € 70,00
Jaca Book, 2016
ISBN: 978-88-16-60531-2


Partendo dal monachesimo precristiano e biblico, il volume affronta il periodo di gestazione, il monachesimo del deserto e il primo monachesimo cristiano (eremiti copti, cenobiti, la grande tradizione siriaca, la Cappadocia); segue poi, in parallelo, il filone orientale (san Basilio, san Saba, san Teodoro, il monachesimo sotto l’Islam), e occidentale (monachesimo agostiniano, ispanico, irlandese, benedettino), analizzandone i reciproci apporti. Una storia che, attraverso i grandi snodi europei (Gregorio Magno, la riforma carolingia, Cluny) e un millennio di evoluzione in oriente (Bulgaria, Serbia, Armenia, Georgia, Romania, Sinai, Russia) giunge ai nostri giorni, comprendendo i contributi del monachesimo all’ecumenismo e mostrandone la peculiare capacità di valorizzare il dialogo e lo scambio tra le religioni. I monaci collaborarono in misura decisiva all’evangelizzazione dell’Europa e svolsero un ruolo fondamentale non solo per la salvezza della cultura classica ma anche per il dissodamento delle terre e lo sviluppo dell’agricoltura, nell’orizzonte di un’azione di coniugazione costante di preghiera e lavoro. Questo atlante vuole essere la testimonianza illustrata del sistema di vita, liturgia, cultura, lavoro, memoria e contemplazione incarnata dai monaci che, nel loro «stare nel mondo senza essere del mondo», hanno cambiato la storia e il suo paesaggio culturale e naturale.
Juan María Laboa è nato a Pasajes de San Juan (Guipúzcoa, Spagna) nel 1939. È laureato in Filosofia e Teologia e ha conseguito il dottorato in Storia della Chiesa presso l’Università Gregoriana di Roma e la laurea in Storia presso l’Università Complutense di Madrid. Per quindici anni ha insegnato Scienze Politiche presso la Facoltà di Scienze Politiche di Madrid. Specializzato in Storia della Chiesa, è stato professore di questa disciplina per trent’anni presso la Pontificia Università Comillas a Madrid, oltre che delegato per la Pastorale Universitaria nelle università madrilene.

martedì 6 dicembre 2016

La salvezza nella storia

La salvezza nella storia
di Baldovino di Ford
a cura di Maria Francesca Righi
pp. 432, € 22,00
Jaca Book, 2016
ISBN: 978-88-16-41367-2

Presentiamo la prima edizione completa dei sermoni di Baldovino di Ford. Le due opere maggiori, il Sacramento dell’altare (Jaca Book, 1984), e l’inedito De commendatione fidei, costituiscono i due pilastri attorno ai quali si snodano i temi della predicazione omiletica raccolta nei Sermoni: la rivelazione dell’amore di Dio nel dono Eucaristico di Cristo e la fede dell’uomo. Attorno a essi altri temi si svolgono in un latino di stampo giuridico, ampio e solenne come le arcate di una chiesa romanica; dal centro, cioè dalla contemplazione del mistero trinitario che si riversa nella comunione vissuta a immagine della Trinità, questa teologia monastica si effonde in una teologia del pensiero vero, della vita buona, della bellezza, della vita consacrata all’amore e all’obbedienza. Tra i sermoni, in particolare il sesto, rammentando il martirio di Thomas Becket, offre considerazioni interessanti anche per la chiesa di oggi: «Tutta la malizia del nostro tempo, anche se ora è molto grande, viene perdonata per questo unico fatto. Un unico delitto è avvenuto, ma in un unico delitto sono compresi molti crimini (6,20)».
Baldovino di Ford (Exeter, Inghilterra, 1120 ca - Tiro, Libano, 1190). Di povere origini, riceve una buona educazione grazie al vescovo di Exeter. Papa Innocenzo iii lo invita a Roma come tutore di suo nipote. Nel 1161 torna in Inghilterra come arcidiacono di Totnes ma sentendosi chiamato a un altro genere di vita entra nel 1169 nel monastero di Ford, recente fondazione cisterciense. Nel 1180 è nominato vescovo di Worcester e quattro anni dopo arcivescovo di Canterbury. Risolta una complessa questione legata alla sua nomina – che arriva a mettere il re Enrico II contro papa Urbano III – nel 1190 Baldovino parte per la crociata in Terra Santa, dove muore nello stesso anno. 
Sr. Maria Francesca Righi, è Monaca del Monastero di N.S. di Valserena, trappiste e si occupa della formazione delle giovani professe e dall’inizio è redattrice della rivista Vita Nostra, nonché traduttrice delle opere dei Padri cistercensi.

domenica 4 dicembre 2016

I giorni del Sacro

I giorni del Sacro
I riti e le feste del calendario dall'antichità ad oggi
di Franco Cardini
pp. 304, € 18,00
Utet, 2016
ISBN: 9788851141356

Il calendario raccoglie e racconta le stagioni della vita dell’uomo e della società. Lo fa attraverso i cicli della luna e del sole, le ricorrenze e le feste che celebrano, al contempo, il passare inarrestabile del tempo e il suo eterno, circolare ritorno.
Le feste delle civiltà del Mediterraneo, e in particolare quelle dell’Occidente cristiano, hanno una storia affascinante, antica e complessa. Nascono dalla trasfigurazione di culti antichi e di antichi rituali, che congiungevano, e ancora congiungono, la sfera religiosa con quella sociale: dai culti della fertilità alla scansione stagionale dei raccolti, il sacro si trasfigura nel quotidiano e il quotidiano nel sacro. Ma che cosa unisce i culti misterici, le religioni esotiche come il mitraismo, al paganesimo dell’antica Roma, e poi al Cristianesimo? Quale linea rossa congiunge le forme della lecita follia carnevalesca dei tempi antichi con il Carnevale cristiano, che preannuncia ed esorcizza il magro tempo della Quaresima? E ancora: quanto sono diverse le nostre feste da quelle delle altre religioni rivelate, come l’Islam e l’Ebraismo?
In questo saggio che sta a cavallo tra storia e antropologia, tra l’analisi della società e lo studio delle religioni del Mediterraneo occidentale e del Vicino Oriente, Franco Cardini offre una risposta ampia ed esaustiva a queste domande. Con il rigore dello studioso e la fantasia e la curiosità di chi indaga i percorsi sommersi della storia culturale, Cardini illustra le forme e i significati delle celebrazioni e dei riti, dalle radici antiche o più recenti, che scandiscono il nostro tempo e che al nostro tempo danno un nome.
Franco Cardini è Professore Emerito presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane della Scuola Normale Superiore di Pisa. Collabora con la Rai e con vari giornali tra cui “Avvenire”, “Quotidiano Nazionale”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Secolo XIX”. Tra i suoi saggi storici ricordiamo: L’avventura di un povero crociato (Mondadori, 1997), Giovanna D’Arco (Mondadori, 1999), Europa e Islam (Laterza, 1999), I Re Magi (Marsilio, 2000), Astrea e i Titani (Laterza, 2003), Lawrence d’Arabia (Sellerio, 2006), I templari (Giunti, 2011), Gerusalemme (il Mulino, 2012), Istanbul (il Mulino, 2014), L’appetito dell’Imperatore (Mondadori, 2014), L’ipocrisia dell’Occidente (Laterza, 2015), Un uomo di nome Francesco (Mondadori, 2015), L’Islam è una minaccia (Falso!) (Laterza, 2016) e Contro Ambrogio. Una sublime, tormentosa grandezza (Salerno editrice, 2016). Con Utet ha pubblicato Il califfato e l’Europa (2015), vincitore del Premio Città delle Rose 2016.

sabato 3 dicembre 2016

Le Cronache Medievali di Giacomo Malvezzi

Le Cronache Medievali di Giacomo Malvezzi
a cura di Gabriele Archetti
Traduzione e note di Irma Bonini Valetti
pp. 480, € 40,00
Studium Edizioni, 2015
ISBN: 978-88-382-4439-1
 
L'edizione delle "Cronache medievali" di Giacomo Malvezzi, redatta ai primi del Quattrocento dal medico e umanista bresciano, è la prima "storia" di Brescia che narra in forma di cronaca le glorie urbane e dei suoi cittadini. Cose vere e cose inventate si snodano dai tempi più remoti sino al 1332 quando, con l'avvento della signoria scaligera, l'autore interrompe repentinamente la sua esposizione. Tra i rimandi storici e esornativi è soprattutto la "Storia dei longobardi" di Paolo Diacono a fungere da modello per le riprese letterarie, descrivere gli avvenimenti e costruire il profilo di personaggi. Ne risulta un contrastato affresco che unisce l'intento retorico alle ragioni educative, diventando essenziale per la comprensione dell'identità e della crescita della civiltà longobarda-lombarda, ossia italiana, per esprimerci con le parole del cronista.

venerdì 2 dicembre 2016

Matilde nel Veneto

Matilde nel Veneto
a cura di Paolo Golinelli
pp. 350, € 29,00
Pàatron Editore, 2016
ISBN: 9788855533508

Normalmente Matilde di Canossa (1046-1115) si collega nell’immaginario comune all’Ap­pennino Reggiano, dove avvenne l’incontro di Canossa tra Gregorio VII ed Enrico IV; all’Emilia sede dei suoi castelli; alla Lombardia per la sua probabile nascita a Mantova e alla Toscana, di cui era marchesa. Nessuno finora si era occupato dei rapporti della Con­tessa col Veneto. Questo libro, promosso dal Dipartimento “Culture e civiltà” dell’Univer­sità di Verona, cerca di riempire questo vuoto raccogliendo gli atti di 3 giornate di studio tenutesi con la collaborazione di enti e associazioni locali a Garda, Nogara e Verona, in occasione del IX Centenario della sua morte. Ne esce un quadro nuovo, pluridisciplinare e internazionale, che arricchisce in modo imprescindibile la nostra conoscenza sul personag­gio, il suo tempo e il suo mito.
Sommario:
P. Golinelli, Matilde nel Veneto: il significato di un progetto; P. Nash, L’imperatrice e la contessa: Adelaide di Borgogna modello per Matilde di Canossa?; B.E. Zamuner, “Al di là del valore”: la moneta di Adelaide di Borgogna. Dalla lettura iconografica al prototipo 3D: un caso di studio; F. Gaggia, Adelaide di Borgogna: un mito per tutte le stagioni; G. Sala, Santa Cristina di Bardolino, priorato del monastero di San Benedetto di Polirone. Dalle origini alla conversione in commenda (secc. XII-XV); R. Rinaldi, Richilde, prima moglie di Bonifacio. Tra Nogara e Nonanto­la; E. Angiolini, Nogara nella geografia documentaria canossana e polironiana; R. Fangarezzi, I documenti su Nogara dell’Archivio Abbaziale di Nonantola; F. Saggioro, Castelli e abitati nei terri­tori di Pianura nell’età di Matilde di Canossa; N. Mancassola, Il patrimonio fondiario dei Canossa nella bassa veronese. Da Tedaldo a Matilde (988-1115); A. Passuello, L’eredità matildica: Alberto di San Bonifacio e l’architettura romanica nell’Est veronese; E. Napione, L’arca dei santi Sergio e Bacco da San Silvestro di Nogara: le reliquie del castrum di Richilde e la committenza dell’abate Bonifacio; P. Golinelli, Matilde nella Verona imperiale del suo tempo; E. Lanza, Il documento vero­nese di Beatrice e Matilde del 1073: analisi diplomatistica e sigillografica; G.M. Varanini, Il notaio e archivista veronese Alessandro Canobbio, la famiglia Canossa di Verona e Matilde; F. Formiga, Il paratesto parla di Matilde nelle biografie del XVI-XVII secolo; R. Severi, The Countess Maud. Testimonianze matildiche nei viaggiatori anglofoni fra Ottocento e primo Novecento; F. Coden, Alcune riflessioni sull’architettura della pianura veronese fra l’XI e il XII secolo: percorsi di lettura tra miti di fondazione, scuole architettoniche e definizione di aree culturali omogenee; S. Musetti, Matilde di Canossa e le iscrizioni veronesi; A. Zamperini, Matilde e i Canossa: questioni di genere, modelli e celebrazione familiare nel dipinto di Paolo Farinati a Castelvecchio; P. Bertelli, Icono­grafia matildica: addenda.

giovedì 1 dicembre 2016

Raimondo Lullo

Raimondo Lullo
Opere e vita straordinaria di un grande pensatore medievale
di Sara Muzzi
pp. 80, € 8,00
Edizioni Terra Santa, 2016
ISBN: 978-88-6240-428-0

Raimondo Lullo (1232-1316) è una figura poliedrica, difficile da cogliere nella sua complessità. Un autore lontano nel tempo ma di sorprendente attualità, soprattutto nel suo essere “uomo del Mediterraneo” i cui orizzonti culturali spaziarono dall’una all’altra delle sue sponde e delle sue civiltà.
Dopo aver riconosciuto e descritto ciò che le religioni del Libro avevano in comune e in cosa differivano, Lullo cercò di realizzare un dialogo basato non sulla loro uguaglianza, ma su una parità che deriva dalla dignità personale delle parti. Sin dal 1294, egli afferma che gli “infedeli” sono uomini come noi. Con pochi mezzi a disposizione (l’eredità culturale condivisa dalle religioni monoteiste e un metodo di sua creazione, dono di Dio e del luogo in cui era vissuto), tenta di promuovere un confronto aperto e disteso con i suoi interlocutori da una posizione chiara e rispettosa della propria identità cristiana e dei valori di cui possono essere portatrici le altre fedi.
L’atteggiamento di rispetto, di cortesia, di dialogo con l’“altro”, che sintetizza ciò che viene oggi denominato “spirito di Assisi”, può essere rinvenuto in molte delle sue opere, frutto del lavoro di un autore che, a 700 anni dalla morte, resta uno di noi nell’età che fu sua.
Sara Muzzi è segretaria del Centro Italiano di Lullismo, con sede a Roma presso la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum. Le sue pubblicazioni sono segnalate nella base di dati del Centre de Documentació Ramon Llull dell’Università di Barcellona. Per alcuni anni ha tenuto, presso l’Istituto Teologico di Assisi, un corso dedicato allo “Spirito di Assisi: Raimondo Lullo e il dialogo interreligioso”.